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REGIONE EMILIA-ROMAGNA: IL CAD FUNGE DA SPORTELLO INFORMATIVO PER I CITTADINI. L'ON. LUCIANO VECCHI RENDE TRASPARENTE IL BILANCIO REGIONALE

In questo turbinio di incertezze politiche ed istituzionali il CAD si sta ritagliando in molte realtà d'Italia un ruolo importante di carattere politico/sociale: "La comunicazione istituzionale con le governance territoriali". Renato Palmieri presidende del cadsociale Modena è un esempio vivente di quanto sopra affermato, fungendo da osservatore della vita istituzionale del proprio territorio.Ringraziamo il Consigliere Regione dell'Emilia Romagna Luciano Vecchi per la possibilità che ci ha dato di trasferire le informative a tutti noi cittadini. Essere informati sul lavoro che svolgono le istituzioni è già un passo in avanti nella partecipazione attiva del cittadino alla vita politica ed istituzionale del nostro Paese. Grazie Luciano.

 

 

 

ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’EMILIA-ROMAGNA

 

Relazione sul Rendiconto generale della regione Emilia-Romagna dell’esercizio 2011

Relatore di maggioranza: LUCIANO VECCHI

 

20 NOVEMBRE 2012

 

1. Premessa

Il Rendiconto generale adempie all’obbligo istituzionale che deriva direttamente dall'articolo 68 dello Statuto ed ha due funzioni.

La prima amministrativo-contabile di rendicontazione, funzione indispensabile ed obbligatoria che permette di verificare il grado di attuazione delle previsioni di bilancio e di acquisire elementi conoscitivi utili per le future previsioni e decisioni.

Il Rendiconto assolve a funzioni importanti ed essenziali anche di natura politica. Esso, infatti, illustra i risultati finali della gestione del bilancio regionale consentendo di verificare la politica regionale di bilancio attraverso il confronto fra le previsioni iniziali integrate dalle variazioni intervenute nell'anno ed i risultati definitivi conseguiti, sia in termini finanziari sia in termini patrimoniali.

Da queste considerazioni è facile evincere come le rilevazioni consuntive rappresentino un momento fondamentale del processo di pianificazione/controllo dell'ente pubblico, poiché attraverso l'analisi e la valutazione degli scostamenti fra risultati della gestione e l’attività programmata e dalla ricerca delle cause può derivare l'esigenza di riaggiornare il processo di programmazione e migliorare quello decisionale.

La relazione al Rendiconto contiene i dati consuntivi, relativi a:

il Conto finanziario, nel quale vengono esposte le risultanze della gestione delle entrate e delle spese;

il Conto del patrimonio, in cui vi è dimostrazione delle attività e passività finanziarie e patrimoniali, nonché dei punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella del patrimonio.

 

2. Conto finanziario, le risultanze della gestione delle entrate e delle spese

Il bilancio dell’esercizio 2011 è stato costruito sulla base delle previsioni iniziali e delle variazioni intervenute nell’anno che complessivamente hanno determinato le previsioni definitive. Il provvedimento di variazione più significativo è stato quello dell’Assestamento con una variazione netta delle previsioni di entrata e spesa di Euro 371 milioni, con un aumento di circa il 1,55% sull'ammontare di Euro 23.906 milioni delle previsioni iniziali, comprensive dell'avanzo di amministrazione.

Se esaminiamo il bilancio di cassa, la variazione negativa netta delle previsioni di entrata è stata di Euro 901 milioni con una diminuzione di circa il 3,36% sull'ammontare di Euro 26.808 milioni delle previsioni iniziali, comprensive del fondo di cassa dell'esercizio precedente.

Per la parte spesa la variazione negativa netta delle previsioni è stata di Euro 887 milioni, con una diminuzione di circa il 3,32% delle previsioni iniziali, ammontanti a Euro 26.730 milioni.

Il versante delle entrate è caratterizzato, in modo analogo agli anni precedenti, dall’incertezza sul sistema di finanziamento e dall’opacità del meccanismo perequativo che hanno reso ancor più difficoltosa l’individuazione delle risorse da destinare al finanziamento degli interventi e delle attività istituzionali. Anche per l’esercizio 2011, la finanza regionale ha risentito di consistenti vincoli e della mancanza di una reale autonomia fiscale.

Il sistema di finanziamento delle Regioni, sarà profondamente modificato dalla legge delega 5 maggio 2009, n. 42, ma fino alla completa attuazione della legge delega sul federalismo fiscale, ancora per il 2011, è disciplinato dal Decreto legislativo 56/00.

 

2.1 Le risorse

Quello del 2011 è stato il primo Bilancio su cui hanno pesato i tagli ai trasferimenti relativi alle funzioni delegate alle Regioni.

Il 2011 è stato un anno difficile, la crisi mordeva il freno all’economia, il Governo Berlusconi in carica non reagiva nel modo più opportuno come lo stesso ex presidente del consiglio ha riconosciuto, anche pubblicamente, alcuni giorni fa. Tremonti attraverso la Legge 78/10, la cui applicazione è partita dal 2011, tentava con i tagli lineari da tutti ritenuti inutili e dannosi di favorire la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica.

Il risultato più immediato furono conseguenze significative sul bilancio della regione:

riduzione del fondo sanitario regionale;

inasprimento delle regole del Patto di Stabilità Interno;

tagli di trasferimenti dal bilancio dello Stato alle Regioni a statuto ordinario di 4 miliardi nel 2011;

ulteriore taglio del 10% (circa 360 milioni) dei trasferimenti della legge Bassanini (59/97) per quelle regioni che non abbiano attuato quanto previsto dall’art. 3 del decreto legge 2/2010 (e cioè l’obbligo per le amministrazioni regionali di stabilire compensi ai consiglieri in misura non superiore a quelli spettanti ai membri del Parlamento) e che non abbiano aderito volontariamente alle regole di riduzione delle spese di cui ai commi da 7 a 14 dell’articolo 6 (studi, incarichi, consulenze, relazioni pubbliche, mostre, pubblicità, rappresentanza, sponsorizzazioni, missioni, formazione, autoveicoli). Tali risorse vengono accantonate (art. 6, comma 20) in un apposito fondo per essere successivamente svincolate a favore di quelle regioni che avranno ottemperato a quanto sopra.

La riduzione, ha riguardato anche quelle spese, in precedenza sostenute dallo Stato, per l’esercizio di funzioni che sono state trasferite o delegate dallo Stato alle regioni. Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 gennaio 2011, vista la proposta formulata dalle regioni, è stata ripartita la riduzione delle risorse statali a qualunque titolo spettanti alle regioni a statuto ordinario; per la regione Emilia-Romagna tale riduzione per il 2011 ammonta a 346,80 milioni di euro.

Inoltre dal 2011 non è stato rifinanziato il Fondo nazionale per le Non Autosufficienze, che, per la Regione Emilia-Romagna, prevedeva risorse per 30,1 milioni di euro.

L’articolo 17, comma 6 del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 111 del 15 luglio 2011 ha imposto alla Regione Emilia-Romagna, come alle altre Regioni, di introdurre nuovi ticket. Questa manovra ha impedito alle Regioni di praticare ipotesi alternative alla compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini: l’unico spazio discrezionale che è stato lasciato riguarda la modulazione del ticket a gettito invariato. La Regione Emilia Romagna è stata quindi obbligata ad incrementare i ticket, pena la denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale e la sospensione dei finanziamenti al Servizio sanitario regionale. La Regione Emilia Romagna ha deciso, con delibera di Giunta 1190 del 4 agosto, di non applicare il ticket da 10 euro in modo indiscriminato, ma ha voluto graduare quanto possibile l’impatto sui cittadini. Nella stessa delibera si è riservata “la possibilità di individuare strumenti più puntuali di valutazione del reddito a cui fare riferimento per l’applicazione delle quote aggiuntive di partecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria” e dunque di garantire maggiore equità, tenendo conto in particolare della numerosità del nucleo familiare.

Anche per il trasporto pubblico locale ed i sistemi di mobilità abbiamo assistito ad una drastica riduzione dei trasferimenti statali rispetto alla quale la Regione ha cercato di far fronte con risorse proprie al fine di promuovere un sistema integrato di mobilità, in cui il trasporto collettivo svolga un ruolo centrale per la sostenibilità ambientale e lo sviluppo civile ed economico.

 

2.2 Come sono state spese le risorse

In tema di ripartizione dei pagamenti complessivi per aree di intervento, di gran lunga prevalente è stata la quota di risorse destinata al settore della sanità (86,81%). Ai servizi al territorio è stato assegnato il 5,11% dei pagamenti. Considerando le sole spese per investimenti, il 18,20% dei pagamenti è andato agli interventi per lo sviluppo economico (nel 2010 era il 38,96%) e il 35,10% è stato destinato ai servizi per il territorio (nel 2010 era il 32,62%).

Si conferma una riduzione anche per il 2011, superiore rispetto ai valori registrati nel 2010: previsioni (-4,58%), impegni (-3,69%) e pagamenti (-5,86%). Tali flessioni si registrano nelle aree di intervento I (Organi istituzionali), II (Affari generali), III (Interventi per lo sviluppo), IV (Uso, salvaguardia e sviluppo del territorio); VI (Istruzione, attività formative culturali, sportive e ricreative); VII (Oneri generali non attribuibili).

Per far fronte all’eccezionalità della crisi economica la Regione ha messo in campo strumenti utili a contrastarne gli effetti, lavorando fianco a fianco con il sistema della rappresentanza istituzionale, economica e sociale dell’Emilia-Romagna. Frutto di questo lavoro è un pacchetto di misure, sostenute economicamente con risorse pubbliche, che rappresentano un concreto sostegno alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie per attraversare e superare questa difficile fase congiunturale. La Regione ha sottoscritto nel 2009 con le istituzioni e le parti sociali un Patto contro la crisi, rinnovato a fine dicembre 2010, decidendo di investire sulle capacità e le competenze delle persone, per mantenere il livello competitivo dell'economia regionale e la coesione sociale. Nel corso del 2011 è continuato il confronto, al fine di elaborare un quadro organico a sostegno del lavoro e delle imprese di qualità, integrando le politiche attive e passive, per perseguire la crescita sostenibile nella nostra regione. Sostanzialmente un ulteriore passaggio politico di qualità: dal tamponamento degli effetti della crisi (retribuzione e occupazione) a interventi mirati per l’espansione produttiva e all’incremento dell’occupazione.

La Regione nel corso del 2011 ha proseguito l’azione di razionalizzazione, non solo sulle spese di funzionamento ma anche nei diversi interventi regionali, evitando la logica dei tagli lineari e concentrando le risorse per lo sviluppo economico, mantenendo una attenzione particolare agli interventi di carattere sociale e socio-sanitario.

Per quanto riguarda la spesa di funzionamento della macchina regionale si è proceduto al riordino, alla razionalizzazione e al contenimento della stessa. Le riduzioni hanno interessato, in linea generale, tutte le tipologie di spesa concentrandosi, in particolare, su alcune voci riferite a spese di rappresentanza, spese per l’assemblea legislativa, spese per il personale, spese per la comunicazione e spese d’ufficio. Dal riassetto dei livelli istituzionali regionali è inoltre derivato un margine di economia con riferimento alle spese per l’esercizio amministrativo delle deleghe. Le riduzioni di spesa si accompagnano a misure per l’innalzamento dell’efficienza, concentrandosi sulla semplificazione amministrativa, sull’alleggerimento delle procedure burocratiche e sul costante miglioramento della governance.

Prosegue l’impegno a contenere i costi delle pubbliche amministrazioni e dei propri apparati amministrativi attraverso la riduzione del personale che al termine dell’esercizio 2011 era pari a 2.902 dipendenti (oltre a 31 giornalisti contrattisti). 156 in regime di part-time. Il rapporto tra personale ed abitanti è di un dipendente ogni 1.537 abitanti (a fine 2010 era di 1 a 1.491 ed a fine 2009 era di 1 a 1.468). La spesa per il personale nell’anno 2011, ammonta complessivamente a 137,46 mln di euro, valore questo inferiore del -3,93% rispetto ai pagamenti del 2010 (143,08 mln di euro).

Quanto agli incarichi di consulenza e collaborazione conferiti nel 2011, essi sono stati 125, dei quali 121 conferiti dalla Giunta e 4 dal Consiglio, per un ammontare complessivo di 3,595 mln di euro (tale importo si riferisce ad incarichi con durata anche nell’esercizio finanziario successivo) avvenuti nel rispetto dei tetti di spesa fissati dalla Legge 78/2010 (20% della spesa sostenuta per il 2009).

Lo stock del debito a carico della Regione si riduce rispetto all’anno precedente (-58,95 milioni di euro). La Regione Emilia-Romagna è, tra le regioni a statuto ordinario, quella che presenta il più basso indebitamento pro capite e il più basso indebitamento su PIL regionale. La Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo - nel referto deliberato il 19 ottobre 2011, afferma che “la complessiva solidità dell’impostazione contabile e finanziaria colloca la Regione Emilia-Romagna in una posizione che può essere ritenuta certamente positiva rispetto al complessivo attuale scenario della finanza pubblica territoriale”.

Il non avere debiti si dimostra una scelta saggia, prudente e lungimirante compiuta già da molti anni dalla nostra Regione.

Le scelte politiche della Regione hanno voluto privilegiare con risorse proprie interventi per:

crescita e lavoro attraverso la stabilizzazione del lavoro precario, gli interventi per l’accompagnamento al lavoro dei giovani e a sostegno delle imprese che investono, finanziando interventi mirati, per ottimizzare l’effetto leva e valorizzare la sinergia con gli strumenti di altri soggetti (sistema confidi, sistema bancario) con particolare attenzione alla green economy;

welfare per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie, consolidando gli interventi sullo stato sociale e per le politiche di contenimento tariffario;

trasporto pubblico locale per il mantenimento della qualità dei servizi all’interno di una politica della mobilità in un’ottica di sviluppo sostenibile.

La Regione ha concentrato le proprie risorse sul potenziamento di questi settori:

sanità per garantire il finanziamento di livelli di assistenza sanitaria superiori ai LEA ed il mantenimento dell’equilibrio della spesa del servizio sanitario. E’ stato incrementato il fondo regionale per la non autosufficienza con l’obiettivo di rispondere ai bisogni delle persone non autosufficienti. E’ proseguito inoltre l’impegno a sostenere il programma di investimenti per strutture, impianti, attrezzature, tecnologie a destinazione sanitaria;

politiche sociali per supportare gli enti locali nello sforzo di mantenere un adeguato livello di servizi.;

attività produttive, commercio e turismo tramite il sostegno alle imprese e all’occupazione per migliorare la competitività del sistema produttivo e per contribuire ad arginare gli effetti della crisi economica. Tre gli obiettivi di fondo: ricerca e trasferimento tecnologico al sistema produttivo, internazionalizzazione, economia verde;

trasporto pubblico locale e sistemi di mobilità per promuovere un sistema integrato di mobilità e riequilibrare il sistema di trasporto merci;

politiche per la casa e riqualificazione urbana, attraverso il sostegno all’affitto, all’acquisto per le giovani coppie, realizzazione di nuovi alloggi e il rilancio delle aree urbane;

diritto allo studio, accesso al sapere, istruzione, borse di studio, interventi per il lavoro e la formazione per il supporto delle istituzioni scolastiche della regione, per l’edilizia scolastica e per la realizzazione di tutte le iniziative previste dal Programma Operativo Regionale Competitività e Occupazione 2007-2013 della Regione (sostegno all’adattabilità dei lavoratori, politiche per il lavoro e l’inclusione sociale, miglioramento del capitale umano, promozione di iniziative su base interregionale e transnazionale);

telematica per il superamento del Digital divide, per ottimizzare le procedure al servizio dei cittadini e delle imprese;

cultura, sport e tempo libero come elemento di democratizzazione e socializzazione per fasce sempre più estese della popolazione;

sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa e interventi di protezione civile per mantenere in equilibrio il sistema del territorio e della costa regionale,;

agricoltura tramite cofinanziamento del Piano di Sviluppo rurale 2007-2013 e contributi ai consorzi fidi per agevolare l’accesso al credito.

 

2.3 Patto di stabilità interno

Nel 2011, applicando la legge regionale n. 12/10, in materia di Patto di stabilità territoriale, la Giunta ha definito 3 indicatori sulla base dei quali sono state ripartite le risorse messe in disponibilità per operazioni compensative di natura verticale e orizzontale. I primi 2 indicatori hanno, da un lato, premiato gli Enti locali aventi una situazione debitoria pro-capite inferiore alla media regionale e, dall’altro, hanno creato le condizioni per consentire il pagamento dei residui passivi, derivanti da spese di investimento, accumulati per effetto delle incongruenze generate dalla normativa nazionale in materia di Patto, fra le quali il vincolo posto sui pagamenti a favore di imprese e altri soggetti economici per interventi di sviluppo sul patrimonio scolastico, abitativo, per la messa in sicurezza del territorio, per la manutenzione alla rete stradale ecc. Con il terzo indicatore, la Giunta ha voluto sostenere gli interventi di sviluppo coerenti con la programmazione regionale riconoscendo a Comuni e Province la copertura di parte delle risorse destinate al cofinanziamento di tali spese.

Sono state pari a 84.000.000,00 di Euro le somme svincolate a favore dei Comuni e delle Province per l’effettuazione dei pagamenti. La distribuzione ai comuni e alle province di risorse non si esplicita in un trasferimento materiale delle stesse, ma in autorizzazioni concesse dalla Regione agli Enti Locali per effettuare pagamenti per opere e altri interventi di investimento già ultimati o in corso di realizzazione, in superamento del proprio limite di Patto di stabilità interno.

Si tratta indubbiamente di un risultato positivo che ha permesso di soddisfare parte delle richieste espresse dal territorio e che ha, soprattutto, testimoniato la presenza di un elevato livello di responsabilità istituzionale e di fiducia complessiva nei confronti del Sistema territoriale dell’Emilia-Romagna. Il set di indicatori definito dalla Giunta regionale ha consentito di corrispondere a tutti gli Enti richiedenti almeno parte del fabbisogno espresso. Ben 167 Enti Locali, dei quali 161 Comuni e 6 Province hanno acquisito, grazie all’intervento regionale, spazi finanziari aggiuntivi per portare a compimento gli interventi di sviluppo avviati nei loro rispettivi territori.

Gli ottimi risultati ottenuti anche per il 2011 evidenziano il forte e responsabile governo della spesa regionale, per cui la Regione ha contribuito ad assicurare al Paese, per quanto di competenza, il pieno raggiungimento degli obiettivi comunitari.

 

3. La situazione patrimoniale

Il Conto generale del patrimonio fornisce la situazione patrimoniale della Regione. In particolare evidenzia:

un legame puntuale tra variazione patrimoniale e gestione del bilancio;

una classificazione e quantificazione sotto il profilo economico dei risultati della gestione patrimoniale e dei flussi finanziari ad essa correlati;

l’individuazione dei beni suscettibili di utilizzazione economica al fine di attribuire maggiore significatività ai beni di riferimento. Tali beni che consistono nei fabbricati, nei terreni e nelle foreste sono stati ulteriormente distinti in base alla loro specifica destinazione come segue:

Beni in uso diretto della Regione e di società o aziende da essa dipendenti o ad essa funzionali;

Beni dati in uso a soggetti pubblici o a società a prevalente capitale pubblico o a enti che operano senza finalità di lucro, che perseguono un interesse collettivo e generale, organizzazioni ed associazioni, anche se prive di personalità giuridica;

Beni non utilizzati in quanto non strategici, che necessiterebbero di consistenti interventi manutentivi che esulano dalle attuali politiche regionali di investimento, e pertanto inseriti in piani di dismissione;

Beni suscettibili di utilizzazione economica, per i quali viene rilevato il canone annuo di concessione distintamente per la loro effettiva destinazione e per il conseguente regime contrattuale in: uso abitativo, uso commerciale (negozi, uffici, magazzini, laboratori, ecc.), fondi rustici, altro.

L'esercizio 2011 evidenzia nel conto generale del patrimonio un peggioramento di Euro 309.157.610,12 che trova dimostrazione nel Conto generale del Patrimonio.

Il conto generale del patrimonio è stato compilato in conformità alle disposizioni dettate dall'art. 67 della Legge regionale n. 40 del 15 novembre 2001 “Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna, abrogazione delle L. R. 6 luglio 1977, n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4”, nonché in base alla legge regionale 25 febbraio 2001, n. 10 "Disciplina dei beni regionali". Tale conto risulta articolato nelle due parti fondamentali costituite da:

attività e passività finanziarie e patrimoniali comprensive delle variazioni derivanti dalla gestione del bilancio e di quelle verificatesi per qualsiasi altra causa;

dimostrazione dei punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.

Lo scarto (miglioramento o peggioramento patrimoniale) fra aumento (o diminuzione) della consistenza dell'attivo ed aumento (o diminuzione) di quella del passivo, si evidenzia nel seguente prospetto (le cifre sono in milioni di Euro):

 

Esercizio Incremento o

decremento

dell’attivo Incremento o

decremento

del passivo Miglioramento o

peggioramento

Patrimoniale

2009 - 2.071 -1.679 - 392

2010 - 3.048 - 2.680 - 368

2011 - 90 + 219 - 309

Sul peggioramento patrimoniale dell'esercizio 2011 hanno influito, in modo prevalente, le seguenti componenti:

fra gli elementi positivi del risultato patrimoniale: l’aumento nei beni mobili e immobili (che passano da Euro 421 milioni a Euro 475 milioni); la diminuzione dei mutui e prestiti (che passano da Euro 914 milioni a Euro 855 milioni), l'aumento delle partecipazioni azionarie (che passano da Euro 99 milioni a Euro 111 milioni); l’aumento del fondo di cassa (che passa da Euro 325 milioni a Euro 660 milioni).

fra gli elementi negativi del risultato patrimoniale: la diminuzione dei residui attivi (che passano da Euro 8.063 milioni a Euro 7.497 milioni); l’aumento dei residui passivi (che passano da Euro 7.030 milioni a Euro 7.216 milioni); l’aumento dei residui passivi perenti (che passano da Euro 402 milioni a Euro 419 milioni).

 

4. Il parere della Corte dei Conti

La Corte dei Conti, lo scorso 5 novembre, ha approvato la relazione al rendiconto generale per il 2011 presentato dalla Giunta regionale, mettendo a confronto i dati in esso contenuti con quelli del bilancio preventivo.

La corte ha giudicato positiva la gestione economico-finanziaria del bilancio relativo all’esercizio 2011, che ha consentito di assicurare il rispetto dei vincoli di finanza pubblica. Dal referto della Corte emerge come nell’esercizio 2011 sia stato rispettato l’equilibrio di bilancio sia in sede di previsione che di assestamento e di conto consuntivo, e come il totale degli impegni di spesa autorizzati sia rimasto entro il tetto massimo previsto dalle norme. Inoltre, come siano stati rispettati i vincoli di indebitamento, essendo la relativa spesa ampiamente al di sotto del limite. Sono state rispettate le disposizioni sul Patto di stabilità interno in vigore per l’anno 2011 e le spese sono rimaste sotto i limiti stabiliti sia in termini di impegni che di pagamenti.

Considerando la popolazione residente, 4.459.246, al 1° gennaio 2012, il debito regionale pro capite risulta tra i meno elevati a livello nazionale: 192 euro a fine esercizio 2011 (nel 2010 era di 206 euro e nel 2009 era di 221 euro). I residui attivi nel 2011 hanno fatto registrare una flessione rispetto a quelli dell’esercizio precedente (-7,01%). La voce più significativa tra i residui attivi si conferma l’Irap (complessivi 4,740 mln di euro, di cui 1,273 mln formatisi nell’esercizio).

Dagli approfondimenti di carattere gestionale relativi agli incarichi di consulenza e collaborazione conferiti dalla Regione Emilia-Romagna è emerso, complessivamente, il rispetto delle disposizioni contenute nella legge 78/2010 volte a contenere tale tipologia di spesa. Valutazioni positive sono state fatte anche con riferimento alle partecipazioni della Regione nelle cosiddette società partecipate, essendo emersa una prevalenza di queste con utili di esercizio (13 su 20 società i cui dati sono disponibili), rispetto a quelle in perdita (7 su 20 società i cui dati sono disponibili).

 

5. Conclusioni

Oggi, l'analisi delle risultanze del consuntivo consente di riflettere in modo documentato sulla situazione economico-finanziaria della nostra Regione e sulla necessità improcrastinabile di attivare un confronto costruttivo tra Stato e Regioni sul quadro della finanza regionale che continua ad essere segnato dall’incertezza sull'ammontare complessivo delle entrate sia con riferimento al breve periodo sia rispetto ad una proiezione pluriennale. Alle Regioni continua ad essere richiesto uno sforzo sempre consistente nell'impostazione delle previsioni di entrata, previsioni che recano elevati margini di incertezza riferiti agli stanziamenti delle stesse, rendendo difficile e complessa la costruzione dei bilanci e la garanzia degli equilibri.

Per di più, oggi siamo dinanzi a fatti nuovi sui quali occorrerà un confronto serio e duro col Governo, dal momento che il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale di riforma del Titolo V che apporta modifiche significative dal punto di vista della regolamentazione dei rapporti fra lo Stato e le Regioni.

Tali modifiche significative introducono "il principio dell'unità giuridica ed economica della Repubblica come valore fondamentale dell'ordinamento" attraverso la "cosiddetta clausola di supremazia", entreranno quindi "nel campo della legislazione esclusiva dello Stato alcune materie che erano precedentemente considerazione della legislazione concorrente" come "il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le grandi reti di trasporto e di navigazione, il commercio con l'estero, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia" ma anche "la disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, la disciplina generale degli enti locali", "la disciplina del turismo" e dulcis in fundo la disciplina dell'istruzione.

Il problema è che nelle bozze della riforma circolate la "clausola di supremazia" di cui parla il governo si tradurrebbe in una sorta di legittimazione di interventi illimitati da parte dello Stato, soprattutto in campo economico, e a cui dovrebbero sottostare anche le Regioni a Statuto speciale, che verrebbero quindi obbligate a rispettare l'equilibrio di bilancio e il patto di stabilità.

A questo punto dunque sembra che ci sia una chiara volontà politica che va in direzione opposta alla realizzazione del federalismo.

Dall'analisi dei dati del rendiconto 2011, dalla Relazione della Corte dei Conti relativa all'esercizio 2011, dalle considerazioni relative ai crescenti vincoli di finanza pubblica e di normativa nazionale, dalla valutazione dei risultati delle scelte effettuate, emergono con chiarezza sia l'assoluta correttezza della gestione finanziaria che la bontà delle scelte politiche ed amministrative effettuate dalla Regione Emilia-Romagna.

E' sulla base di queste considerazioni che proponiamo con convinzione l'approvazione - da parte dell'Assemblea Legislativa Regionale - del rendiconto generale dell'esercizio 2011 della Regione Emilia-Romagna.

 


Cari amici,credo di fare cosa utile e gradita inviando in allegato il testo della mia relazione, che verrà discussa domani dall'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna, sul BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER IL 2012.
Allego anche il testo del patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, firmato, qualche settimana fa, tra la Regione e le organizzazioni sociali ed economiche emiliano-romagnole.

Si tratta dei due documenti di indirizzo e di governo fondamentali della nostra Regione.

Restando a vostra disposizione formulo i più cordiali saluti e i migliori auguri di Buone Feste e di Buon 2012.


On. Luciano Vecchi

Consigliere regionale

 

 

 

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