…una storia costosa, infinita e con contorni che rasentano l’oscurantismo….

“C’è del marcio in Danimarca”

(atto I - scena IV dell' Amleto di William Shakespeare)

“C’è del marcio in Iren o dintorni?”

 

I piccoli azionisti Iren non possono dimenticare la “storia costosa (per loro) ed infinita di Enia-Iren”, quando sottoscrissero azioni Enia a 10,10 euro, in itinere ne ebbero una ogni dieci, nell’errore strategico della fusione con Iride subirono il concambio 1-4,2 ed ora si trovano con un “patrimonio depauperato”.

A loro e ai cittadini utenti e contribuenti non è dato sapere quanto costarono le consulenze e gli advisor che supportarono i nostri primi cittadini che ebbero financo l’ardire di “glorificare” la fusione e la conseguente nascita di una pletora di società controllate e partecipate (oltre 100). I moniti dei piccoli azionisti alle assemblee di bilancio vennero accolti con aria di sufficienza, se non di fastidio.

Mentre si aspetta che seguano i fatti alle proposte formulate dai tre esperti incaricati di ridefinire la governance di Iren, sopravviene la cronaca giudiziaria con una brutta storia di peculato e corruzione e l’arresto ai domiciliari, fra gli altri, di Gian Luigi Villani, v.presidente Iren ed Angelo Buzzi, presidente CdA di Iren Emilia spa. Ma sarà finita qui o è solo la punta di un iceberg di quella che appare (finanziariamente e moralmente) una infausta realtà?

I piccoli azionisti, garantisti qual sono, rinnovano la loro fiducia nella Magistratura ed attendono le conclusioni delle indagini. Pur non mutuando da Shakespeare e senza spingersi ad affermare “C’è del marcio in Iren o dintorni”, non possono tuttavia astenersi dal ritenere che qualcosa in fase di controllo sia mancato e che non sia più rinviabile mettere mano con decisione al rinnovo dell’intero board di una azienda/moloch, quotata in borsa ed a controllo pubblico.

Verrà bene il giorno in cui, oltre alle responsabilità civili e penali di competenza della magistratura, si farà chiarezza a livello politico ed amministrativo delle responsabilità derivanti da scelte errate, da omissioni e da mancata vigilanza su quanto sta accadendo?

Se questo non avverrà, ai piccoli azionisti non resterà altro che continuare ad esprimere il proprio dissenso in assemblea. Occorre proprio ripetere ancora una volta il ritornello: “Aria nuova, aria nuova dappertutto”.

 

p. il Gruppo dei piccoli azionisti IREN

Luigi Bottazzi, Ettore Camozzi, Mario Guidetti

 


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